Dino sono pienamente d'accordo con te, i militari come lavoro fanno la guerra, queste operazioni, anche se chiamate "missioni di pace" sempre azioni di guerra sono...infatti non girano come la croce rossa...pum882 ha scritto:Mah, io tanto per cambiare faccio il bastian contrario. Tutte queste celebrazioni, servizi giornalistici, tg che non parlano che di questo, Vespa che si frega le mani pensando agli ascolti ecc. ecc. mi sembrano esagerate.
Sono persone che hanno scelto di correre un rischio a fronte di un compenso in denaro.
Non che non mi dispiaccia per quello che è successo, ma stiamo facendo una tragedia greca per 6 soldati.
Ogni anno muoiono centinaia di persone sui luoghi di lavoro e rischiano per una paga molto più bassa.
Allora facciamo i funerali di Stato anche per i morti sul lavoro, per i morti negli incidenti stradali, per i morti a causa della criminalità ecc. ecc.
Ognuna di quelle persone che purtroppo è passata all'altro mondo, sapeva benissimo dove andava e quello che rischiava, ma i 30-50.000e a missione che in base al grado si portavano a casa, evidentemente gli facevano gola...visto che c'era uno di loro che era arrivato alla XII missione, ergo, in banca aveva almeno 250-300.000e...
Pensate invece alle quasi 1200 morti bianche (statistica 2008) dell'anno appena trascorso, questi non andavano in zone di guerra e non venivano lautamente pagati per farlo, e sono stati in buona parte dei casi vermanente sfortunati eppure siamo qui a parlare dei (pochi) soldati caduti.
Sarà un ragionamento cinico, ma io penso che il soldato non vada rimpianto se muore nell'assolvimento del suo compito, vada piuttosto commemorato come è giusto che sia, ma nulla di più, in quanto oggi il militare è una scelta e non un obbligo, il militare consacra anima e corpo allo stato e quindi sia lui che i suoi congiunti sanno benissimo ciò che può accadere...
Bye, Luca